È il 6 dicembre 1926 e il sindaco di Matera, Gabriele Giordano, riceve il telegramma che cambierà per sempre la storia della città dei Sassi.
Il messaggio, spedito da Mussolini, è chiaro e inequivocabile:
“…su mia proposta, il Consiglio dei Ministri, ha elevato cotesto Comune alla dignità di Capoluogo di Provincia. Sono sicuro che col lavoro, con la disciplina e con la fede fascista, cotesta popolazione si mostrerà meritevole dell’odierna decisione del Governo fascista. Mussolini”.
questa notizia, i materani esplodono in festa. Finalmente alla loro città viene ridato il lustro che Giuseppe Bonaparte aveva sottratto ingiustamente quel maledetto 8 agosto 1806, quando il titolo di capoluogo venne trasferito a Potenza.
Adesso non resta che dare seguito alla fiducia che il duce ha riposto nella città di Matera e nel suo popolo. Occorre ridare vita agli uffici pubblici, quali le poste, la banca, la Prefettura, la Camera di commercio.
Nell’attesa che vengano costruiti nuovi edifici in stile tipicamente fascista (che ancora oggi sono la sede degli uffici sopra elencati), inizialmente saranno utilizzati vecchi palazzi già esistenti, pubblici o privati.
Da questo giorno la città dei Sassi non ha mai più perso il titolo di capoluogo provincia anzi, a questo, si è aggiunto quello di capitale europea della cultura, grazie alla sua storia secolare e alla sua gente, che è stata capace di tramandare la bellezza delle proprie radici.