La sera dell’8 settembre i potentini sono tutti a casa. Stanno ascoltando alla radio la notizia dell’armistizio con gli alleati. Badoglio e il re riparano a Brindisi. Intorno, si respira una certa allegria. Si spera che al più presto si possa tornare alla “bella normalità”. Ma, come un tarlo, sospinge la paura per ciò che potrebbe accadere.
I tedeschi sono in città e non intendono arretrare. È giunta voce, infatti, che lo sbarco degli Alleati a Salerno sia imminente (avverrà l’indomani, il 9 settembre), ma già risalgono dalla Calabria dove sono arrivati il 3 settembre. I nazisti intendono rallentarli e mantenere le posizioni almeno fino alla fine del mese.
La tragedia è imminente. Alle ore 22:00 un boato prende il posto di ogni speculazione. Sono gli aerei della Royal Air Force che colpiscono, in pieno centro storico, Palazzo Loffredo, la sede del Liceo e del Convitto Nazionale. Poco dopo, anche la cattedrale di San Gerardo e il palazzo vescovile si accendono come cerini a causa di alcune bombe incendiarie. Poi, tocca a Porta Salza, forse la più nota entrata in città e al Museo Provinciale mentre il Rione Santa Maria è praticamente raso al suolo.
I bombardamenti proseguono per giorni colpendo la Caserma Lucania e molti altri edifici, tra cui anche il palazzo municipale. I binari della ferrovia sono devastati. L’elettricità manca. Il cibo quasi introvabile mentre alcuni, disperati, si danno al saccheggio.
Alla fine, muoiono 187 persone, 118 uomini e 69 donne, di cui 150 sono civili. Uno strazio da cui sembra impossibile risollevarsi.