di Agnese Ferri
Suoni, odori, consuetudini: la Festa della Bruna a Matera torna ogni anno il 2 luglio da più di sei secoli, e la città vibra ogni volta. È una questione di identità. L’eccitazione per la festa patronale comincia a serpeggiare per le strade già a inizio giugno, quando i preparativi si fanno più frenetici, le vie del centro si riempiono di luminarie, cominciano a vedersi i cavalli per le strade, e prende forma la domanda cruciale: che aspetto avrà il carro? Perché è lui il vero simbolo della rinascita e del rinnovamento. Un anno per costruirlo, pochi secondi per “strazzarlo”, farlo a pezzi. Per poi ricominciare. L’orgoglio dei materani e delle materane per questa festa è un cerchio che non si spezza. Visitare la città nel suo giorno più incandescente è un’occasione straordinaria per scoprire una Matera tumultuosa e autentica. A raccontarci l’attesa, i preparativi e le novità di quest’anno sono il sindaco di Matera, Domenico Bennardi, e l’assessora alla cultura, Tiziana D’Oppido.
Il giorno più lungo è alle porte. Matera è pronta?
«La città, come ogni anno da secoli, si prepara al suo giorno più lungo e più atteso. Con la collaborazione di tutti, sarà una bellissima festa, nella consapevolezza che oggi abbiamo rispetto agli anni precedenti; tutto è più complesso e oneroso a causa delle nuove disposizioni di sicurezza. Per questo l’Amministrazione ha organizzato incontri e conferenze di servizi, al fine di fare in modo che la macchina organizzativa possa procedere al meglio; il lavoro è notevole, anche per ciò che concerne la semplice pulizia della città, la sicurezza, il controllo e gli adempimenti formali. Con l’auspicio e l’invito che si possa vivere questa festa nel modo più partecipato ma anche più sereno e civile possibile».
Quali novità ci saranno quest’anno?
«Una maggiore attenzione all’arte e alla multimedialità, con vere e proprie opere d’arte sul tema mariano e festa della Bruna, che saranno collocate in aree verdi; videoproiettori maxischermo saranno dislocati in vari punti strategici del centro cittadino, per permettere di decongestionare piazza Vittorio Veneto, già sperimentato l’anno scorso ma con un maxischermo in più. E poi per la prima volta la festa della Bruna avrà un punto ristoro per persone celiache, tra le bancarelle gastronomiche, che sarà collocato all’inizio di via don Minzoni. Un atto di inclusione e di civiltà. Infine, se tutto procede come previsto, avremo finalmente i fuochi pirotecnici nel luogo tradizionale e storico della Murgia, in modo da poter godere a pieno della loro bellezza come epilogo finale della festa; ciò grazie a un bellissimo e utile gioco di squadra, tra l’associazione Madonna della Bruna e tutti gli enti preposti».
Le giostre, gli “spari” durante la processione dei pastori, i fuochi d’artificio la sera del 2: tutti aspetti complessi da conciliare con i lavori in corso in piazza della Visitazione e le norme ambientali. Come siete riusciti a farlo anche quest’anno?
«Siamo riusciti a trovare soluzioni concilianti attraverso il dialogo interistituzionale, la mediazione ma anche la comprensione che sicurezza e tradizione sono due aspetti da dover coniugare in questa città, per una festa secolare. A tal proposito vogliamo ringraziare sicuramente l’associazione organizzatrice, ma anche la questura, la prefettura e tutte le forze dell’ordine che fanno un grande lavoro, per garantire l’incolumità e la sicurezza di tutti».
Tre buoni motivi per non perdersi i festeggiamenti di quest’anno?
«La festa patronale non è un evento della città, è “L’evento” della città, la giornata più attesa e più amata dai materani e dalle decine di migliaia di persone che la seguono ogni anno. Una tradizione che affonda le sue radici nella notte dei tempi e che è giunta alla 635esima edizione, intreccio perfetto fra sacro e profano, che non a caso stiamo candidando a Patrimonio dell’Umanità. Questo è sicuramente il primo buon motivo. Il secondo è godere di una festa che è: religione, cultura, storia e folklore; riesce a coniugare tradizione e innovazione, antichità e modernità e che ogni anno si rinnova con iniziative complementari e arricchenti che la rendono adatta a tutti i gusti. Il terzo buon motivo è conoscere la “materanità”: niente più di questa festa incarna l’anima più antica, profonda e autentica dei materani, che vi sono visceralmente legati».
Se doveste descrivere “il giorno più lungo” di Matera a qualcuno che non ne ha mai sentito parlare, come lo fareste?
«Nessuna immagine, video, parola può rendere la bellezza, la devozione, l’emozione, il fervore che si respirano a Matera il 2 luglio».