Sai che d’estate in Basilicata ci sono moltissime sagre che celebrano i sapori tipici del territorio? Scopriamone alcune, tra Sarconi, Barile e Rotonda. Assaggeremo la melanzana rossa di Rotonda, i fagioli di Sarconi e proveremo a cucinare un piatto saporitissimo della tradizione arberesche (dal nome quasi impronunciabile): i tumact me tulez!
Leggi gli articoli di oggi:
- Le 10 sagre da non perdere nell’estate lucana
- La ricetta tipica da provare a fare a casa: Tumact me tulez
- 10 cose da fare e da vedere a Sarconi
- La melanzana rossa di Rotonda: sembra un pomodoro ma non lo è
Durante l’estate, i piccoli borghi lucani si rianimano e nelle strade si comincia a respirare aria di festa. I ragazzi e le ragazze delle scuole riempiono i centri storici con le loro chiacchiere e le loro risate. C’è una grande voglia di stare insieme. Quale modo migliore di farlo se non partecipando alle tante sagre che, soprattutto durante il mese di agosto, animano le giornate di gusto ed euforia, dal Pollino alla Murgia, in una mescolanza di odori e sapori tipici che si concludono sempre con un brindisi all’allegria e all’amicizia?
Oggi partiamo per vivere (e degustare) le tipicità lucane tra Filiano, Moliterno, Avigliano… e altri straordinari borghi, teatro di alcune delle manifestazioni goderecce più apprezzate della Basilicata. Scopri le 10 imperdibili agre lucane qui.
Ci sono ricette uniche, celebrate in sagre che affascinano molti visitatori ma che è possibile replicare, cion un po’ di accortezza, anche a casa. è il caso dei Tumact me tulez,
A Barile, ad agosto, si celebra una sagra dal nome difficilmente memorizzabile:“tumact me tulez”. Non bisogna, però, lasciarsi scoraggiare dalle difficoltà linguistiche. Il “tumact me tulez”, infatti, è un primo piatto tipico della tradizione arbereshe del Vulture e consiste in una pietanza a base di tagliatelle caserecce cosparse di mollica di pane e sugo alla noci. Una prelibatezza! Va accompagnata, preferibilmente, da alcuni bicchieri di vino. E come potrebbe essere altrimenti? Siamo nel pieno della terra dell’Aglianico più famoso d’Italia. Per prepararli segui qui la ricetta tipica.
Nella natura verde e lussureggiante del parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val D’Agri Lagonegrese, su un colle a oltre 600 metri sul livello del mare, si adagia un paese conosciuto come la “Mesopotamia della Val d’Agri”. È Sarconi, noto per la produzione dei fagioli tipici dal marchio IGP.
Questo piccolo borgo ha una storia antica che la lega, molto probabilmente, alla città romana di Grumentum e ha un legame molto stretto con l’acqua. È, infatti, impossibile venire qui senza essere colpiti dalla generosità dell’oro bianco e dalle modalità in cui, questa fondamentale risorsa, è stata usata e coccolata nei secoli. Nel centro storico, invece, i palazzi modellati dal tempo sfoggiano portali in pietra ingentiliti da eleganti balconi in ferro battuto mentre, nelle botteghe, si è attratti come calamite dai 20 ecotipi diversi di fagioli di Sarconi a marchio IGP: non si tratta semplicemente di scoprire un’eccellenza del luogo quanto di avvertire sotto la pelle il contatto con una vera e propria esplosione di cultura agricola che dona un senso di placido orgoglio.
Piccole, rotonde e rosse. La descrizione lascerebbe pensare a tutt’altro ma invece si tratta delle melanzane rosse di Rotonda.
A prima vista assomigliano a dei grandi pomodori, complici anche le tipiche sfumature verdi, ma la consistenza è quella delle comuni melanzane, ma con un colore che inizialmente tende all’arancio e poi, in piena maturazione, al rosso lucido. In realtà questo ortaggio trae le sue origini dall’Africa quando, tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900, alcuni ex soldati portarono nel territorio lucano degli esemplari di melanzana al loro rientro. Da quel momento in poi, complice la povertà, la melanzana rossa è stata coltivata e consumata sempre nel territorio potentino e nel 2007 ha ottenuto il riconoscimento del marchio DOP.