- 10 cose da fare e vedere a Latronico
- Bramea: un avveniristico tempio del gusto
- Aquatio cave, borgo da vivere nel cuore dei Sassi
- ‘Ndussa, l’oliva del Pollino
Riprendiamo del tempo per noi stessi. Ne abbiamo bisogno. Chiudiamo gli occhi e pensiamo a dove vorremmo essere. Ascoltiamo il nostro respiro. Dentro di noi, raccoglie tutto quello che incontra: rabbia, paura … ma solo per disperdere tutto questo altrove, in un soffio d’aria. Un senso di relax finalmente ci pervade.
Oggi, il nostro itinerario del benessere in Basilicata parte da Latronico, borgo ai piedi del maestoso Monte Alpi, circondato dalla natura calda della Valle del Sinni. Le strade sono rallegrate da piastrelle in ceramica dipinte a mano da artisti locali in cui sono riportate gli antichi indovinelli del paese. Sono le “Cose Cuselle”, tramandate oralmente da generazioni. Qui, tra merletti pregiati, leggeri come nuvole, e opere d’arte “en plein air”, ci si può rilassare alle Terme di Latronico, aperte da maggio a ottobre. Immersi nelle acque salubri ci si distende grazie a percorsi rilassanti, tonificanti e rigeneranti, ai massaggi e alla fangoterapia.
Meno tesi, raggiungiamo il parco del Pollino: la sua sola vista è ritemprante e ogni lieve fremito degli alberi e delle foglie diventa una carezza per la nostra mente. Tutto si colora di beatitudine quando –grazie alla gentilezza di un pastore o di un contadino – lasciamo scivolare sotto i denti l’oliva ‘Ndussa. Croccante e saporita, è in salamoia e si produce in quattro specifici comuni del parco: Cersosimo, San Costantino Albanese, San Paolo Albanese e Terranova del Pollino. Il suo sapore e il suo profumo sono inconfondibili.
A Matera, continuiamo il nostro percorso benessere ad Aquatio cave: è una spa suggestiva, in locali ipogei del IX secolo . Nel vano grotta più grande nuotiamo nella piscina a sfioro, intonacata con tecniche tradizionali. Le vecchie cisterne, invece, sono docce emozionali e spazi scavati nel tufo sono lettini da sogno. Non manca nulla per rigenerarsi.
Concludiamo il nostro tour all’insegna del relax a Palazzo San Gervasio, nel ristorante Bramea che prevede anche un menù a base vegetale. In alternativa, la scelta può spaziare dalla carne al pesce in un tempio del gusto avveniristico che si ispira alla farfalla Bramea, fossile vivente e simbolo del territorio. Qui, il gusto è all’avanguardia e a tratti concettuale. Ma sempre pieno e corposo.
Ora, raccogliamo tutta l’aria nei polmoni. Immaginiamo l’acqua che ci accoglie come nel ventre materno.
E ricominciamo a respirare.
Photo Credits: Alberto_Viceconte/facebook