La tutela della bellezza con l’ istituzione del Parco della Murgia Materana
Pollino outdoor park, sfidarsi sui monti tibetani
Gli alberi padri: alla ricerca dei monumenti naturali della Basilicata
Da lontano, nel caldo accecante dell’estate, le pareti calcaree a strapiombo sembrano barriere invalicabili. Si ergono quasi con rabbia tra le distese assolate dei dintorni di Matera, come a moltiplicare l’effetto duro della luce piena di agosto. Tuttavia, quest’impressione è sbagliata. È sufficiente avvicinarsi per accorgersi della vastità variopinta delle erbe rupestri, aggrappate a questi muri naturali. Le inflorescenze offrono un contrappunto gioioso e delicato agli alberi di roverella e fragno.
È soprattutto la moltitudine di fiori tra il viola e l’azzurro che si fanno largo tra le rocce ad attirare la nostra attenzione: sono i fiori della campanula di Puglia, una delle specie simbolo del Parco della Murgia materana. Sembra quasi che ridano.
Poco oltre, nella vasta pianura, ci appare il lino delle fate: è un’erba lunga dalla peluria bianca. Potrebbe essere davvero un regalo preparato per noi dal “piccolo popolo” e ci porta direttamente nella magia del nostro viaggio tra i parchi nazionali e regionali della Basilicata.
Dal Parco della Murgia, istituito il 3 aprile del 1990, per preservarne la bellezza naturale, artistica e storica, ci dirigiamo verso il parco di Gallipoli Cognato – Piccole Dolomiti Lucane. Qui lo scenario è lussureggiante. Arrampicandosi sui pendii del bosco del Monte Croccia bisogna prestare attenzione: tutto qui – dalle rocce, alle foglie, alle radici – nasconde segreti di 2500 anni fa, tra cui i resti di un centro abitato fortificato e misteriosi calendari di pietra… Leggende che si sommano ad altre leggende, in un racconto per immagini appassionante.
Al confine con la Calabria, ci lasciamo guidare dalla voglia di avventura nel Pollino outdoor park. Voliamo o ci arrampichiamo tra gli alberi sognando di essere lucertole o scoiattoli. È difficile distinguere le nostre risate da quelle dei bambini, impegnati anche loro in circuiti pirotecnici tra le fronde.
Infine, abbassiamo i toni: stiamo per entrare in vere e proprie cattedrali. Visitandole, sentiremo le loro mille voci. Tra Campomaggiore, Piano Ruggio, Rivello … Sono gli alberi padri della Basilicata e sono di una bellezza commovente.
Ci ricordano, con la loro sapienza centenaria, che siamo tutti legati alle stesse lunghissime radici.